Filosofia Unix
Chiunque voglia preservare i propri averi sa che non si deve mai affidarli ad un unico paniere, ma diversificare gli investimenti; si evita, così, di perdere tutto se qualcosa va storto. Il principio vale ad ogni livello: la famigliola che nasconde tutti i risparmi sotto il materasso è alla mercè dei ladri, mentre risulta meno esposta se ne sotterra una parte in giardino, ne investe un'altra in beni immobili e così via.
"Diversificare uguale sopravvivere", a ben guardare, è un principio valido in molti ambiti, oltre a quello economico. Eppure nella nostra vita digitale ci comportiamo in modo affatto opposto, facilitando in ogni modo la vita dei nostri predatori digitali. Prendiamo ad esempio i cellulari, lo strumento in assoluto più pericoloso non solo per la privacy, ma anche per la nostra salute mentale e la nostra libertà. L'hardware di questo dispositivo contiene diverse porte, che consentono di captare informazioni dall'ambiente circostante e trasmetterle altrove:
- microfono
- fotocamere, con annesso software di riconoscimento facciale
- rilevatori delle impronte digitali
- componenti per la connettività internet: lettore SIM, wifi
- sistemi di connessione a dispositivi circostanti, i quali a loro volta possono trasmettere al nostro le proprie rilevazioni: bluetooth, NFC
- sensori di posizione e movimento: gps, accelerometro, giroscopio
- sistema operativo e app, che con la loro telemetria e le loro "backdoors" trasmettono costantemente i nostri dati a soggetti terzi più o meno definiti.
Certo, nulla è più comodo dello smartphone, ma a che prezzo? Tutto ciò che ci consente di vivere è concentrato nel medesimo oggetto, senza il quale non riusciamo a comunicare, muoverci, condividere contenuti, effettuare ricerche, svagarci, fare acquisti online e, sempre più, pagare alla cassa dei negozi fisici. Se perdiamo il cellulare è un dramma, quasi non riusciamo a fare la spesa. Se il cellulare ci vieta - come accadeva ai tempi del green pass e accadrà nelle smart/15 minutes cities - di accedere a determinati luoghi o funzioni, diventiamo "banditi" nel senso letterale, medievale, del termine: tagliati fuori dal consesso civile e privati dei nostri mezzi di sussistenza.
Che fare, dunque, per uscire dall'angolo in cui ci ha messo l'uso dell'onnipresente-onnipotente smartphone e vivere comunque la nostra vita digitale, cioè senza andare "off grid"? Forse un aiuto ci viene dalla filosofia Unix, ossia dal principio in base al quale è stato sviluppato negli anni Settanta del secolo scorso il sistema operativo da cui sono poi derivati Linux e MacOS. E' il principio del "do one thing and do it well" (fa' una cosa sola e falla bene), che si traduce nella creazione di programmi semplici, snelli ed efficaci, che possono eventualmente concatenarsi tra loro per ottenere risultati complessi, invece di sviluppare software onnicomprensivi, con milioni di righe di codice dentro alle quali si può nascondere di tutto, dall'errore alle backdoors.
Altro concetto interessante sviluppato nel mondo Unix è quello della "sicurezza tramite compartimentazione" (security by compartimentalisation) in base al quale è stato costruito il sistema operativo Qubes. In esso ogni singolo programma aperto, possiamo dire semplificando, è un'isola a sé stante, una finestra chiamata qube scollegata da tutto il resto, persino dal sistema operativo su cui è attivo, percui nessun virus, nessun cookie, nessuna telemetria può uscire dal qube e infettare altri settori o programmi; alcuni qube possono essere addirittura effimeri: per esempio se navighi con Firefox, il web potrà sversare nel tuo qube pattume a piacimento, ma tutto scompare alla chiusura della finestra. Esistono poi, per trasferire file da un qube all'altro (per esempio dal qube attrobuito a libre office a quello dedicato a thunderbird, se volete inviare per email un file word), meccanismi gestiti da Qubes, che sanificano i file in modo da renderli innocui quando vengono trasportati. Questa compartimentazione permette quindi
Applicando la filosofia Unix al problema in esame, potremmo quindi scegliere, anche se ciò comporta una minor comodità - di usare più dispositivi per effettuare le operazioni attualmente concentrate sul solo cellulare. Ad esempio:
1) scegliere un dumb phone per comunicare, ossia un telefono che faccia solo telefonate; un vecchio Nokia o qualcosa di più moderno come il Punkt o il Lightphone, per esempio, che sono in grado di fare da hotspot;
2) usare un tablet, magari senza webcam e microfono come gli ebook reader evoluti (ad esempio Inkbook Solaris o Mebook M7 con browser EinkBro) per eventuali necessità di accesso al web, meno immediate di quanto accade con lo smartphone - visto che comportano l'avvio dell'hotspot sul telefono e l'accensione del tablet - e quindi meno compulsive;
3) prendersi un dispositivo satellitare autonomo tipo Garmin o Tomtom per gli spostamenti, che a questo punto non saranno più tracciati dal cellulare;
4) usare un apparecchio fotografico o una videocamera per le nostre riprese audio-video, che condivideremo solo se e quando vorremo, trasferendoli sul computer o sul tablet.
In questo modo manteniamo sempre il controllo su cosa, come e quando condividere: il cellulare e il tablet non hanno occhi; l'apparecchio photo non ha orecchie; e la condivisione dei dati fra loro è puntuale, volontaria, invece di essere costante e in sottofondo come accade con gli smartphone. Manteniamo il controllo, anche se ciò comporta qualche scomodità in più.
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