Pasta a mano e jazz

C’è qualcosa di magico nel battere la farina sul piano, nel tirare la sfoglia, e nel tagliare le strisce di pasta mentre Charlie Parker o Dizzy Gillespie suonano in sottofondo. I loro assoli rapidi e intricati si intrecciano con il lavoro manuale, rendendo ogni gesto più dinamico, ogni momento più vivo.

Mentre il bebop rifiuta le strutture rigide per lasciarsi andare alla libertà creativa, fare la pasta a mano è un processo che, pur rispettando le regole, permette sempre una certa libertà: la consistenza dell’impasto, lo spessore della sfoglia, la forma che prende vita. È un dialogo, come quello che i musicisti jazz instaurano sul palco.

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