Sì, il software (di seguito, se ci penso: SW) libero ha a che fare con la politica, ciò mi appare evidente se consideriamo che, con questo nome si raccolgono un insieme di principi che definiscono i diritti degli utenti in materia di uso dei programmi per computer:

Libertà di eseguire il programma come si desidera, per qualsiasi scopo (libertà 0).
Libertà di studiare come funziona il programma e di modificarlo in modo da adattarlo alle proprie necessità (libertà 1). L'accesso al codice sorgente ne è un prerequisito.
Libertà di ridistribuire copie in modo da aiutare gli altri (libertà 2).
Libertà di migliorare il programma e distribuirne pubblicamente i miglioramenti da voi apportati (e le vostre versioni modificate in genere), in modo tale che tutta la comunità ne tragga beneficio (libertà 3). L'accesso al codice sorgente ne è un prerequisito.
"Cos'è il software libero?" dal sito della FSF

E che tali principi si realizzano in una serie di licenze che li concretizzano.

Detto questo ci sono altri significati che vengono attribuiti alla frase: "Il software libero è politica".

Mi riferisco ad una serie di affermazioni (alcune anche pubblicamente esternate da parte di membri di primo piano di associazioni di software libero internazionali) del tipo: dobbiamo lottare contro la discriminazione razziale, la mia associazione (per la diffusione del SW libero) è impegnata in questa battaglia.

Alla ovvia risposta su cosa c'entri tale lodevole scopo col software libero, la risposta è quella che da il titolo a questo scritto.

Dato che il software libero è politica, allora non può che combattere il razzismo.

Questa è una fallacia bella e buona, oltre che essere disonesta intellettualmente e moralmente ricattatoria.

Disonesta intellettualmente perché dal fatto che, attraverso il SW, qualcuno cerchi di cambiare le leggi sulla cosiddetta "proprietà intellettuale", non deriva che chi propone il software libero debba aderire a tutte le possibili battaglie politiche: anche perché alcune di queste sono in contraddizione le une con le altre!

Cosa intende veramente chi manifesta tale atteggiamento? È facilmente intuibile che l'obbiettivo è forzare una propria battaglia politica sfruttando un movimento preesistente per deviarlo verso i *propri* obbiettivi politici. Nessuno vi dirà mai che il movimento del SW libero deve appoggiare battaglie che non sono a lui connaturate e che, insieme, non sono di interesse di chi afferma tale obbligo. Il ricatto è che chi pone obbiezioni a tale affermazione — con le motivazioni che ho più sopra espresso — viene accusato di non voler appoggiare le battaglie che, a ragione, si ritengono estranee al movimento per la diffusione del SW libero.

Se dici che il SW non ha a che fare con l'antirazzismo, allora sei razzista. La scorrettezza di tale "ragionamento", come dicevo, è evidente. Il SW è politica ma non necessariamente ha gli obbiettivi che chiunque gli vuole attribuire e quindi non c'è obbligo, per chi ne sostiene la diffusione (per scopi, ribadisco, innegabilmente politici), di aderire agli altri che vengono proposti, ma che sono estranei a tale movimento. E questo indipendentemente dalla personale sensibilità verso altre battaglie o principi.

Ciao!

C.

#riflession #software libero
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