The Island Closest to Heaven
Nobujiko Obayashi
1984, 102', colore
Mari Katsuragi amava ascoltare, da bambina, i racconti fantasiosi del padre su "l'isola più vicina al paradiso" che si trova a sud del Giappone. Cresciuta adolescente introversa e taciturna decide, dopo la morte del padre, di andare alla ricerca di quell'isola che il padre identificava come una dell'arcipelago della Nuova Caledonia.
Sto finalmente riprendendo a riguardare i film del cofanetto dedicato al compianto regista, trovo che guardare i suoi lavori in ordine cronologico¹ sia particolarmente interessante per osservare il suo cambiamento di stile: dai primi più surreali, al limite della psichedelia ("House", 1977) gradualmente fino a questo dove, invece, lo stile si fa più realistico, meno eclettico ma forse anche più compatto ed efficace nel narrare.
Dal punto di vista tematico, però (come fatto notare in uno dei contenuti speciali del disco), questi film (in qualche modo "House", "La ragazza che Saltava nel Tempo" e io direi anche "La Scuola nel Mirino") c'è una sostanziale coerenza tra questi film: tutti parlano di personaggi femminili nel momento di "trasformazione" dall'adolescenza all'età adulta.
Il film rientra nel genere dei melodrammi, ma il regista è garanzia di professionalità e non si può rimanere indifferenti alla storia che si svolge davanti ai nostri occhi, ma senza che ci siano suggerite più di una riflessione: sul tempo, l'inutilità della guerra (altro tema caro all'autore) e — ovviamente — gli affetti.
Molto bella anche la scena che viene rappresentata durante lo scorrere dei titoli di coda.
Un'altro regista che mi mancherà.
Ciao!
C.
¹ per quanto mi è possibile!
#recensioni