Limbo
Soi Chean
(HK), 2021, bianco e nero, 118'
Il detective veterano Cham viene affiancato dal giovane Will per scoprire il responsabile di una serie di omicidi in serie (tre), caratterizzati dal peculiare e ricorrente fatto che l'assassino mozzi la mano sinistra delle vittime.
Purtroppo per il partner, Cham ha dei demoni che lo consumano e che lo portano a vessare la povera Wong to, fino a trasformarsi nell'aguzzino di questa ultima. Questo fatto metterà in seria difficoltà le indagini stesse e il rapporto tra i due poliziotti.
C'è più spazzatura in questo film che per le strade della mia città. Quasi tutti i set ne sono sommersi, si potrebbe dire che l'immondizia sia uno dei personaggi (onnipresente!) della pellicola.
Il film, non ha una scrittura solidissima (qualcuno dovrebbe dire che: "il fiuto del poliziotto" lo si intende in maniera metaforica, mentre Cham percepisce l'odore di spazzatura portato dell'assassino — in mezzo a cumuli di spazzatura — sul serio). Anche la scoperta del covo dell'assassino è un po' il classico miracolo dal cielo.
Però l'opera visivamente è molto soddisfacente e c'è un momento in cui ho percepito la capacità del regista di raccontare attraverso le immagini: ovvero quando Cham si rende conto di essere stato ad un passo dal catturare l'assassino e, forse cosa più importante, ad un passo dal salvare la sua vittima. Con due inquadrature possiamo percepire la sua frustrazione e il senso di fallimento.
Per me questo singolo episodio vale la visione di tutto il film e mi ha ricordato, per efficacia ed efficienza nel racconto, un film di Shoei Imamura
Ciao!
C.
#recensioni