Alborosie e Africa Unite a Prato

Concerto diviso in due parti (facile visto che c'erano due gruppi ad esibirsi), uno di conferma e uno di scoperta ma tutti e due molto interessanti e riusciti.

La conferma sono stati gli Africa Unite: li ho visti tante altre volte negli anni, conosco tanti loro dischi e mi sono sempre piaciuti. E pure questa volta anche se in verità sono arrivato un po' tardi e quindi ho potuto ascoltare solo quattro canzoni complete: bel palco, bella tenuta di palco con Bunna che riesce ancora a reggere un concerto andando a mille, Madaski sempre molto carismatico ed efficace, una sezione ritmica che non ne sbaglia una e uno splendido trio di fiati che fanno veramente un gran lavoro. Sommando a tutto ciò il nuovo disco, del quale sono riuscito ad ascoltare due belle canzoni, fa uno splendido risultato che mi è proprio piaciuto.

Poi c'è stata la scoperta di Alborosie: in realtà lo conoscevo da alcuni dischi che mi erano piaciuti senza però mai entusiarmarmi. E invece il concerto è stata una scoperta perché non mi aspettavo niente del genere, sia dal punto di vista musicale che da quello dello spettacolo puro e semplice.

La musica è stata una gran mescolanza di generi diversi: ovviamente il reggae ma anche tanto reggaeton, un uso continuo ed efficace di effetti, suoni carichi quasi da concerto rock alle volte, anche grazie alle due chitarre. Ottima anche l'equalizzazione che dava proprio l'idea che fosse il risultato cercato (nonostante qualche acciacco tecnico, forse dovuto al cambio palco).

La cosa mi ha colpito particolarmente perché, pur avendo sempre assistito a molti concerti di gruppi reggae, come, per l'appunto, gli Africa Unite, non avevo mai sentito un reggae così mescolato, oserei dire "nuovo" anche se non seguendo particolarmente la scena non posso esserne sicuro.

Il palco era costituito da due chitarre, basso, batteria e due coriste, oltre ovviamente ad Alborosie. L'insieme è stato molto spettacolare perché le due chitarre erano spesso molto scenografiche, oltre che interessanti da ascoltare quando suonavano meno "reggae", le due coriste erano un'attrazione continua (anche per una semplice questione estetica) ed avevano spesso spazio solistico.

In effetti l'elemento meno efficace, solo da un punto di vista spettacolare, era forse proprio Alborosie che non si muoveva poi così bene sul palco ma sembrava anche un po' goffo: però, a parte qualche sermone di troppo sulla "natura", le "cose naturali", è stato piacevole. Buona l'idea di cominciare a cantare le prime parole delle canzoni dal retro del palco.

Il pubblico conosceva molte canzoni ma io praticamente ne ho riconosciuta una sola.

Una splendida scoperta!